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Giulio Settimo, un fuoriclasse italiano nel teatro croato

Aggiornamento: 3 nov 2019



by Marta Zannoner | dic 10, 2014 | Cultura e musica, Magazine |


Giulio Settimo, giovane triestino, classe 1989, è ufficialmente in corsa per vincere il premio come Miglior Attore Under 28 ai Nagrada Hrvatskog Glumista, i premi per la recitazione Croati. La nomination è avvenuta grazie allo spettacolo Guantoni d’Oro, in cui Settimo veste i panni del protagonista, di regista e autore, insieme a Pede Grozdic. Dimostrando sin da piccolo un forte interesse per il teatro, ha deciso di dedicarsi allo studio della recitazione non in Italia, bensì in Croazia, dove porta avanti una florida carriera attoriale, lavorando principalmente al Teatro di Karlovac. Non dimentica comunque il suo paese natale e la sua città: continua infatti a collaborare con La Contrada di Trieste. Lo abbiamo incontrato pochi giorni dopo la nomination per capire che effetto fa essere così giovani e avere già un certo tipo di riscontro.

Raccontaci il tuo percorso fino ad ora. Perché hai deciso di studiare recitazione in Croazia? Sin da piccolo ho amato molto il teatro, prendendo parte a varie recite scolastiche. Durante le superiori, poi, ho partecipato al Palio degli Asinelli [una sfida teatrale tra le scuole, ndr] e, nel frattempo, seguivo un corso di teatro. Quando poi era arrivato il momento di decidere cosa fare dopo le superiori, la mia insegnante di teatro mi ha convinto a provare l’ammissione ad un’accademia in Croazia, che unisce la recitazione al teatro di figura, ed inoltre è considerata una vera e propria università, cosa che in Italia non accade.

Sapevi già il croato? Assolutamente no [ride]! Ma la mia insegnate era molto tranquilla e mi ha detto che l’avrei imparato in tempo prima della prova d’ammissione.

Cosa ti appassiona di più della recitazione? L’entrare nel personaggio e tutto il gioco che si crea con il tuo partner sul palcoscenico. Non sono uno a cui piace lavorare in solitario. Preferisco lavorare con altri attori.

Come ti sei sentito quando hai saputo della nomination? La nomination mi ha sorpreso tantissimo. In più ne sono contento perché lo spettacolo è nostro; ne abbiamo curato sia i testi che la regia.

Ti sei ispirato a qualcuno per la storia di questo giovane boxeur in Guantoni d’Oro? Mi sono ispirato al grande pugile jugoslavo Mate Parlov. Inizialmente il mio personaggio soffre di bullismo e decide di avvicinarsi alla boxe per autodifesa.

Come ti sei preparato al ruolo? Ho preso delle lezioni di boxe da un boxeur triestino, e devo dire che mi è piaciuta molto questa disciplina sportiva. Inizialmente ero un po’ scettico. Lo consideravo uno sport troppo violento per i miei gusti, ma poi ho capito che non era così. La moglie di questo boxeur triestino ha detto una cosa bellissima. Ha detto che la boxe è uno sport bellissimo perché ci sono due uomini alla pari, che si sono preparati per combattere un incontro secondo le regole.

Cosa ti aspetti dal tuo futuro lavorativo? Mi piacerebbe continuare così, lavorando tra Italia e Croazia. Mi piacerebbe anche lavorare in un lungometraggio. Finora ho fatto qualche cortometraggio. Per quanto riguarda un’opera che vorrei portare sul palco, è sicuramente Il Giardino dei Ciliegidi Čechov.

Film preferito? Ah guarda, io di film non ne so molto! Per dire, il mio film preferito è Avatar.

Bene, facciamo finta di non aver sentito l’ultima risposta. Cambiamo domanda. Opera teatrale preferita? Sicuramente Arlecchino servitore di due padroni con la regia di Strehler.

Sappiamo infine che Giulio Settimo è molto impegnato, e lo vedremo presto a La Contrada, dove sta preparando La Bella e La Bestia.

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