by Marta Zannoner | dic 5, 2014 | Cultura e musica, Magazine |
Dal 5 dicembre, La Contrada di Trieste ospiterà lo spettacolo Tres, del drammaturgo spagnolo Juan Carlos Rubio. La storia è una storia moderna, che racconta di tre donne alle prese con le delusioni che la vita ha portato loro. Outsider e ultima speranza delle protagoniste, Alberto, che viene eletto a uomo ideale, nonché a “prescelto” per essere il padre in comune dei loro figli. Tra risate e sorprese, vedremo Anna Galliena, Marina Massironi e Amanda Sandrelli, alle prese con questa nuova opportunità.
Per voi, abbiamo intervistato l’unico uomo del cast, Sergio Múñiz, attore e modello spagnolo di nascita, ma italiano di adozione, che ci ha raccontato il suo punto di vista all’interno di una vicenda tutta al femminile.
[N.B. Immaginatevi le risposte dette con un affascinante accento spagnolo.]
È la prima volta che lavori a Trieste? Sì, è la prima volta che lavoro a Trieste. Ero già passato per questa città, ma non ho avuto modo di vederla. La conoscerò.
Come ti sei sentito a lavorare in un cast tutto al femminile? Molto meglio di quello che avevo pensato. Prima mi sembrava difficile, poi conoscendo il cast e la regista Chiara Noschese, mi sono sentito subito a mio agio. Mi sento anche coccolato.
Alberto, il tuo personaggio, ha un ruolo molto particolare nello spettacolo. Ce lo puoi raccontare? Posso raccontare poco di Alberto. Diciamo che lui arriva per stravolgere la situazione, ma non posso dire di più. Alberto porterà delle sorprese, ecco.
Cosa ti ha colpito principalmente di Tres? Perché lo consiglieresti? Trovo che Tres sia scritto magistralmente. Quest’opera, come tutto il lavoro di Juan Carlos Rubio, sta andando molto bene, sta ottenendo molto successo nel mondo.Tres, in particolare, riesce ad affrontare temi molto importanti in maniera frizzante e veloce. In questo spettacolo si parla di famiglia allargata, con tutte le cose che questo argomento include. Qui in Italia non si parla molto di queste cose, ma noi diciamole le cose come stanno! Al diavolo il politically correct. Inoltre questo spettacolo non ha una morale, non vuole insegnare qualcosa. Tres permette di pensare ridendo, che è la cosa migliore, ma ognuno poi uscirà dal teatro con le proprie idee. Ed è per questo che lo consiglio.
Progetti futuri? Di progetti futuri ce ne sono, ma non ne posso parlare finché non firmo i contratti [ride].
Preferisci lavorare in Spagna o in Italia? In Spagna ormai non lavoro più tanto. Ho la famiglia qui in Italia e mi piace stare qui, nonostante i problemi che conosciamo tutti. In Italia c’è una grande eccellenza, soprattutto da un punto di vista culturale, ma per la cattiva gestione ci vengono tagliate le gambe. Di politica forse è meglio non parlare, ma non se ne può più di questa situazione.
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